(Dal SOLE 24 ORE DEL 21 MARZO)

 

«Il sentiment degli agenti immobiliari interpellati da Nomisma descrive una domanda abitativa in crescita per il terzo anno consecutivo, senza alcuna distinzione tra tipologie di mercati». E ancora: «I l ritorno positivo della variazione dei prezzi, al momento circoscritto al mercato milanese ma destinato progressivamente ad ampliarsi, non potrà che accrescere l’interesse per il settore di quella componente di domanda latente, conferendo ulteriore slancio alla ripresa». Sono due dei passaggi chiave dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma presentato oggi a Milano in Assolombarda.

A consuntivo del 2017, le compravendite in Italia si attestano poco al di sotto delle 543mila con riferimento alle abitazioni e oltre le 55mila per le attività produttive (10.500 uffici, 32.800 negozi e 12mila magazzini e capannoni). Sul fronte delle locazioni si rileva il crescente ottimismo degli agenti interpellati sospinto da un ritorno della domanda che non risulta circoscritto alla residenza, ma che si sta estendendo anche alla componente di immobili da locare per le attività produttive.I tempi di vendita si sono ridotti (media di 7,7 mesi nelle 13 città intermedie analizzate), così come gli sconti sul prezzo iniziale (15,6% medio), nonostante questi rimangano superiori di 4-6 punti percentuali rispetto ai livelli pre-crisi.

Ancora una volta a mancare all’appello sono i prezzi, in calo del 2% per l’usato e dell’1,2% per il nuovo.«La residua debolezza rilevata – nota Nomisma – rappresenta un retaggio del passato (sopravvalutazioni) e fragilità correnti (composizione della domanda e dipendenza da mutui)». «L’unica possibilità di deroga al “new normal” che si profila è rappresentata da un irrobustimento della domanda di investimento più marcato rispetto a quanto fin qui osservato». È per Nomisma una possibilità tutt’altro che remota anche alla luce della modestia dei rendimenti degli impieghi alternativi.

«Rispetto al segmento residenziale si sono mossi in controtendenza gli altri comparti; ciò si può desumere dall’indice di performance la cui intensità delle componenti è ancora lontana dai livelli medi registrati nel periodo di osservazione». Questo nonostante siano stati investiti oltre 11 miliardi di euro nel mercato corporate italiano, grazie soprattutto all’interesse degli stranieri.